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Il Paradosso di Socrate

scritto da Profeta Incerto

BananaChiquta

Socrate era un famoso corruttore di giovani dell’antichità classica, che un giorno fu indicato dall’Oracolo di Delfi come il più sapiente tra gli uomini.

Egli, ma solo per modestia, decise di confrontarsi coi più grandi sapienti dell’epoca allo scopo di sputtanare l’Oracolo (dal greco: σπυτταναρε). Riuscì invece soltanto a sputtanare i suddetti sapienti dimostrando che tutta la loro sapienza si reggeva su una bella cippa di niente. Alla fine Socrate dovette ammettere di essere davvero il più sapiente tra gli uomini, e ciò per il fatto di essere l’unico a sapere di non sapere niente.

Tornò dunque a inchiappettarsi i bambini fino a che non fu arrestato e infine decise di togliersi la vita con la cicuta1. L’uomo che oggi si avvicina di più a Socrate è indubbiamente Adriano Celentano, che in onore del maestro della maieutica si professa il “Re degli ignoranti”. Socrate si può dunque considerare un Adriano Celentano dell’antichità.

A quanto ce ne riferisce Platone, che poi è la principale fonte di notizie su di lui, Socrate soleva ripetere:

L’unica cosa che so è di non sapere”.

L’affermazione è volutamente paradossale, perché fare affermazioni paradossali è spesso una cosa divertente e Socrate adorava essere spiritoso (i bambini impazzivano per questo). Ma i paradossi in certi casi si ritorcono contro, e questo pare uno di quei casi.

La domanda sorge infatti spontanea, caro Socrate: tu dici che l’unica cosa che sai è di non sapere, ma come fai a saperlo? Se infatti è vero che non sai niente non puoi neanche sapere di non sapere niente, ti pare?

Eh? Sei d’accordo? Sì, percepisco il tuo spirito… Come dici? Bella cazzata la foto della banana qua sopra? No, perché sei simpatico te… lo so cosa dici in giro di me, và và…

Nella foto: il frutto dell’amor.

  1. Non fu arrestato perché si inchiappettava i bambini – all’epoca la pratica era socialmente apprezzata, un po’ come oggi non farlo – ma più probabilmente perché a furia di dare dell’ignorante a destra e a manca era finito sulle palle a tutta Atene, e anche giustamente, dico io. []
Categorie: Filosofia ,Paradossi

2 Commenti a “Il Paradosso di Socrate”

  1. alcolista incognitaNo Gravatar ha detto:

    Bella cazzata? Assolutamente no, le banane contengono anche vitamina B6, che contrasta l’insonnia tramite la formazione di endorfine, anche conosciute come “ormoni della felicità”, e dunque aiutano ad accrescere quest’ultima anche mangiandoli, non solo nel modo in cui immaginate voi, brutti porconi.
    La preferenza di Socrate per la consumazione di banane, in entrambi i modi proposti dalla naturale fattezza di questo frutto, è nota. Altrettanto non si sa di Bertrand Russell, che però ha lasciato all’umanità un altro bel paradosso.
    Se in una città esiste un solo barbiere, uomo, è se ogni uomo insuddetta città è sempre ben rasato, alcuni facendo da sé, altri facendosi radere dal barbiere, è ragionevole supporre che il barbiere rada tutti gli uomini che non radono sé stessi.
    Ma il barbiere rade sé stesso? Se lo facesse, secondo le regole della ragionevolezza non deve essere lui a farlo, se invece non lo fa, allora dovrebbe venire meno alle stesse regole, facendolo.
    Non sapendo come Russell la vedesse sulle banane, si sa invece che egli aborriva le serate a base di bevute eccessive. La sua opinione in proposito è riportata come segue: “Drunkenness is temporary suicide: the happiness that it brings is merely negative, a momentary cessation of unhappiness.”
    Credo che non si possa escludere che fu proprio questa specifica chiusura mentale ad impedirgli di risolvere il proprio paradosso.

  2. Profeta IncertoNo Gravatar ha detto:

    Cara alcolista incognita, ti rispondo tempestivamente per segnalarti che in passato (nel futuro, dal tuo punto di vista) ho già affrontato (affronterò) il tema del paradosso del barbiere di Russell.

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