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Alberghi ad Auschwitz

scritto da Profeta Incerto

SvasticAuschwitz

(CAMPAGNA RECUPERO SIMBOLI COMPROMESSI DAL NAZIFASCISMO)

Auschwitz…

Chiudete gli occhi e pensate a questa parola…

Auschwitz….

Ecco cosa state visualizzando adesso: gelide inferriate, fughe di filo spinato, fasci giallognoli di lampioni immobili nella nebbia, corpi senz’anima e anime appese a corpi scheletrici, morte e desolazione ovunque, Nicoletta Braschi.

Orrori che l’inconscio occidentale ha ancorato eternamente a quella terribile parola.

Auschwitz.

Eppure, per banali inconfutabilità storiche, non è sempre stato così: prima delle atrocità dei campi di sterminio quella parola era libera di suggerire anche immagini positive. Magari addirittura allegre.

Voglio dire, forse c’è stato un tempo in cui ad Auschwitz era di moda andarci in villeggiatura con la famiglia. Immaginate per esempio certi coniugi Zebrowski, mercanti di Cracovia, seduti in sala da pranzo davanti al camino una sera di fine inverno. A un certo punto il signor Zebrowski (Karol) si rivolge alla sua amata dicendo “Sai, tesoro, quest’anno per le vacanze avrei pensato ad Auschwitz”, i bambini accorrono entusiasti, memori di colorati depliant: “Sììì, che bello! Papà quest’anno ci porta tutti ad Auschwitz!”.

Suona strano, neh? Eppure, come tutto ciò che esiste anche Auschwitz ha avuto un inizio. E come tutto ciò che ha avuto un inizio, prima c’era qualcos’altro.

Ok, potete riaprire gli occhi.

Nella foto: a Sx un antichissimo simbolo benaugurale di fertilità e di vita.
A Dx: la battuta più sarcastica del XX secolo.

Categorie: Politica

7 Commenti a “Alberghi ad Auschwitz”

  1. BannaramaNo Gravatar ha detto:

    Nicoletta Braschi… ehheheheheheh

  2. Jacqueline K.No Gravatar ha detto:

    Non ci trovo alcun contenuto offensivo, eccetto Nicoletta Braschi.

  3. nousNo Gravatar ha detto:

    Il bastone è la bestemmia ondulatoria trasversale pronunciata dalla Voce il cui eco si sbarazza continuamente della realtà percepita forse anche intercettata e appiattita una volta per tutte da AA che tu hai curva-mente citato. Nous-penousis

  4. Jacqueline K.No Gravatar ha detto:

    nous, desidererei tanto il numero del tuo pusher.

  5. revisionistaNo Gravatar ha detto:

    E pensare che quel pazzo di Hitler non solo rovinò la reputazione ad Auschwitz, ma anche a Mussolini, noto socialdemocratico durante il cui governo non esistette la mafia, che fu sostituita da treni che arrivarono puntuali, e a cui l’Italia deve l’invenzione delle pensioni, la costruzione di asili nido e autostrade nonché la purtroppo sempre sottovalutata bonifica delle paludi. Insomma, come è risaputo, se uno commetteva un genocidio in quegli anni, poi lo processavano a Norimberga. Qualcuno ha mai avvistato Mussolini, dico io, anche solamente nelle vicinanze di Norimberga dopo il ’45? Appunto. Non andò manco a Monaco nel 1938.
    Tutta colpa di Hitler, e degli inglesi, pallidi disfattisti dai denti storti. Come se aver avuto Neville Chamberlain fosse un vanto… Vogliamo parlare poi di Sir Oswald Mosley, fondatore della British Union of Fascists, altro che socialdemocratico? Il cui secondo figlio Max, giustamente vergognandosi del proprio pallore, cercò di far impallidire i nostri politici sanamente eterosessuali (come inequivocabilmente dimostrato da vallettopoli) con le sue orgie a base di troie vestite da combattenti delle SS.
    So che tu, Profeta, non sei un disfattista, bensì un amante delle vacanze sui confini, specie della realtà. Sarai dunque d’accordo con me?

  6. albergatoreNo Gravatar ha detto:

    Le posizioni di revisionista mi assomigliano in modo inquietante ad alcune opinioni che ho sentito io stesso da un ospite del mio piccolo hotel.
    Credo di sapere chi è, e ho paura.

  7. Renato RaiaNo Gravatar ha detto:

    Il nazismo non ha stravolto solo i luoghi ma anche le parole (la frase: “Il lavoro rende liberi” se fosse possibile decontestualizzarla mentalmente dal campo di sterminio sarebbe una bella frase e invece guardate com’è stata rovinata) e i simboli (la svastica era un simbolo che in molte culture antiche rappresentava il sole, la fertilità e la caccia, insomma i simboli della “vita”)
    RR

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