C’era una volta un uomo rosso, tutto rosso.
Ora, siccome un uomo completamente rosso non esiste i casi sono due: o non era un uomo o non era rosso, o non era né uomo né rosso, e quindi i casi erano tre, scusate.
In realtà a guardarlo bene forse non era un uomo, era una donna, e forse non era rosso, era verde.
Ma siccome neanche le donne verdi esistono, il problema1 si ripresentava pari pari.
In un accesso d’ira e di frustrazione lo/la uccisi. In questo modo, pensavo, avrei cancellato il problema alla radice. Ma mi sbagliavo di grosso perché poi risultò che non esisteva nemmeno un uomo rosso morto né una donna verde defunta.
Peggio ancora, visto che loro non esistevano non poteva esistere neanche un assassino di uomini rossi o di donne verdi. In pratica mi ero fregato da solo e per aver assassinato un inesistente uomo rosso o donna verde ora non esistevo più nemmeno io.
Lo scandalo fu grande, e grande era il rischio di un’ulteriore propagazione di non-essere: non mi si poteva, per esempio, togliere di mezzo uccidendomi, altrimenti si sarebbe poi dovuto uccidere l’inesistente assassino di un assassino inesistente e in seguito l’assassino dell’assassino dell’assassino e così via.
Fu stabilito allora di ignorarmi completamente; tutti lo fecero e la cosa funzionò.
Andava tutto bene finché voi non avete letto questo racconto, diventando lettori impossibili di una roba che pretende di essere stata scritta da uno che non può esistere in quanto uccisore di un uomo/donna rosso/verde che non esiste, di conseguenza da ora non esistete più neanche voi.
Così imparate la prossima volta.
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La suscritta parabola2 mostra quanto siano pericolose le cose che non esistono, tipo Dio, la felicità assoluta, la verità, e quanto perciò sia meglio lasciare che esistano e starne alla larga impauriti3.
Nella foto: l’uomo rosso in tutta
la sua spocchiosa non-esistenza.
- Ha detto verde? (N.d.Esegeta). [↩]
- Tratta da: P.INCERTO, C’era una volta che un giorno crollò, ASSUMMA, 2002, p.18 [↩]
- Oppure vuol dire qualcos’altro, che ne so, mi sono alzato da poco, ho mal di stomaco e un alito che ci potrei asfaltare una statale, ma poi che le parabole si spiegano? [↩]
Ora che non esisto più mi sento sollevato. Finalmente privato dalle incombenze dell’esistere, dai rapporti con gli altri, il modello Unico, il bollo auto, Scajola (eh eh): che palle.
Grazie Profeta Incerto. Posso chiamarti Profy?
Tu puoi. Io in compenso eviterò di chiamarti “Popy”.
Per complicare maggiormente queste non-esistenze, pare che l’uomo rosso inesistente della non-foto sia una inesistente DONNA rossa, a giudicare dalle scarpe NERE sotto il letto. Ma forse non sono le sue, sarebbero ROSSE altrimenti.
E quale “prossima volta”? come lettrice impossibile e inesistente, non ho “prossime volte”, solo posso lasciare ulteriori tracce…
Sai che non lo farei mai: era un moto d’affetto. Tra non esistenti si può scherzare, tanto che cazzo ce ne frega?
Perfida, non ti sfugge niente, peccato che la verità non esiste, altrimenti ci potresti aver visto giusto. Ma appunto, non esiste.
Popinga, pensa che raffinatezza quando presenterai la prossima “antologia dei poeti inesistenti” da inesistente!
Con te potrei parlare ore senza stancarmi. Peccato nella mia vita abbia trovato ben poche persone con cui poterlo fare