Bisognerebbe piuttosto chiamarlo Paradosso del Paradiso perché di quello si tratta, ma vabbè dai.
Ciò che caratterizza il Paradiso Celeste Cristiano (PCC) è la beatitudine con la quale Dio premia i suoi ospiti.
La beatitudine del Paradiso è uno stato di perfetta felicità, il massimo di felicità possibile e immaginabile1.
Nel mondo si ha la felicità “naturale”, che è sempre parziale, limitata, instabile, passeggera.
La felicità del Paradiso è invece “soprannaturale”, supera le forze della natura umana, abbraccia tutte le gioie ed appaga completamente tutte le aspirazioni.
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La scena seguente è ambientata in Paradiso.
I personaggi sono Dio e il Profeta Incerto
(proprio così, non sono la stessa persona2).
Profeta Incerto
Ciao, Dio.
Dio
Che vuoi, Profeta?
Profeta Incerto
Non dovresti saperlo già?
Dio
Certo che lo so già.
Profeta Incerto
Allora perché me lo chiedi?
Dio
E tu perché mi chiedi se lo so già? Non lo sai già che lo so già?
Profeta Incerto
Già. Quindi diciamo che lo fai solo per la conversazione.
Dio
Allora, che vuoi?
Profeta Incerto
Volevo dirti che qui in Paradiso sono molto molto felice, questa “beatitudine” è una cosa fantastica. Sto bene proprio, grazie davvero.
Dio
Prego. Adesso taglia corto e fammi la domanda.
Profeta Incerto
Dimmi, Dio: non si potrebbe essere ancora più felici?
—
Zac, fregato.
Se dice di no non è onnipotente, se dice di sì vuol dire che la felicità eterna e assoluta del Paradiso non esiste.
Scegliete voi, io c’ho una cosa importante che devo fare in bagno.
Nella foto: San Pietro, quella volta
che fece confusione con le chiavi.
- Esso consisterebbe, secondo la Teologia, nel godimento di Dio Onnipotente, nel vederlo “faccia a faccia” (1 Cor 13,12) e nella perfetta unione di vita e di amore con Lui (N.d.Esegeta). [↩]
- Ah ah ah. [↩]
Se la Santa Romana Chiesa fosse ancora una cosa seria saresti pronto per il rogo. O almeno la lapidazione. No non quella iraniana, sto pensando a Monty Python, Brian di Nazareth.
Purtroppo viviamo in un era amorale, nonostante gli sforzi di naziRatzi. Ecco ti meriteresti di essere trattato come un chierichetto!
volevo commentare qualcosa, che non commento mai, ma c’ho da fare cose importanti in bagno anch’io (chiaramente da signora, tipo montare le mensole e collegare i fili blu con blu e rosso con rosso, e cambiare il miscelatore del bidet e dividere le creme per funzione o colore delle etichette, poi vedo. Che secondo me se ti metti l’antirughe sui glutei e viceversa è uguale, e anche se ti lavi le ascelle depilate col prodotto per capelli lisci perfetti. Ad esempio. Credo.). Comunque insomma, ciao Profeta. Bravo, bel paradosso.
Te, per me, caro Profeta, per essere Incerto c’hai troppe certezze.
Non te l’hanno detto che tutto ciò che è trasportato dal linguaggio è imperfetto?, e quindi anche la tua (sciocca) domanda lo è, perchè dal punto di vista del godimento puro, la felicità eterna è assoluta, significa che è il massimo per te, vile umano (ah-ha l’hai detto tu che non siete la stessa persona -oppure sei uno dei tre? nel qual caso…) che devi misurare le cose, sapere che c’è un più e un meno, un di più e un di meno (e me de meno io, ahahahah, excursus) ma per Dio, ogni suo stato è in-com-men-su-ra-bi-le (capisci la parola?) e perciò non vale il tuo (misero) tentativuccio!
Gna gna.
A proposito, che sei un idraulico o fai miracoli: no, è che c’avei un tubo che perde nel bagno e non si trova un idraulico a pagarlo oro…
(a proposito: ovviamente la conversazione tra Te e Dio avviene mentalmente, anzi già sapete quello che vi dovete chiedere e così pure le risposte, la trascrizione è puramente a beneficio dei lettori -sti def…)
Certo che sì, profetone. E’ evidente che tu non eri ancora assolutamente felice, altrimenti non ti sarebbe venuto da chiedere una maggiore felicità. Dio deve solo elevare la tua felicità allo stato assoluto, ed è fatta.
Ammazza che rompipalle che sei, però, c’hai da lamentarti pure in paradiso…
Caro elefante, il fatto che la domanda non sarebbe venuta a uno perfettamente felice non basta a disinnescarla. Mettiamo allora che gliela fai tu dal tuo campo di mirtilli: – ehi, Dio, ma il Beato Profeta Rincoglionito di Felicità non ce la fai a farlo più felice di così?
Se poi anche tu nel tuo campo di mirtilli sei perfettamente felice e non hai di tali dubbi tendenziosi ed eretici allora glielo facciamo domandare a un mirtillo (i mirtilli sono cattivi).
oh ciao.
io conosco solo “altre” due persone che usano quella parola. Tu e Dylan Thomas e come sappiamo Dylan Thomas è morto da un pezzo.
e i mirtilli non sono cattivi. e tu sei bravissimo.
Ls cosa migliore è l’immagine con relativa didascalia
Sei un grande ahahahaha , nn so se ho riso di piu sul “(proprio così, non sono la stessa persona).” o sul “Zac, fregato.”
Fatti curarae!!!
La felicità non esiste. E’ illusione. E’ aspettativa . L’uomo ha inventato fantasticamente “la felicità”. Egli, pertanto, può solo ricordare il momento in cui ha intrapreso a desiderarla ardentemente e ne ha fatto (in molti casi, o meglio, quasi tutti) lo scopo della propria vita.. La felicità non ha luogo. La felicità non ha tempo. La felicità non esiste. E se esistesse , cosa sarebbe? Magari , per Luigi, [sarebbe] quel pony che desiderava tanto sotto l’albero quando era piccolo a natale, per Lisa, il sogno di diventare soubrette di fama, per Nicola, la speranza che gli ricresca il braccio amputato. Sicuramente non sarebbe una felicità oggettiva, ma soggettiva e unica. La felicità, ideologicamente parlando, non è altro che una ricerca desiderate, sognante e speranzosa, ma “nulla” nella sostanza stessa. Ancora, se esistesse, nessun catalogo di raccolta punti (nemmeno quello della Ferrero) la riporterebbe come premio. Ne avrebbe a che fare con l’album delle buone azioni tanto sponsorizzate dal cattolicesimo. Quindi continuate pure a fare gli stronzi. La felicità non esiste, e nemmeno Babbo Natale, scusate, volevo dire Dio.