Il soggetto dell’opera soprastante è il celebre Fagiomino dell’artista Gaia Bracco.
Il soggetto della sottostante parabola1 è Mario.
Buona lettura e meditazione.
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Accantonata che ebbe la vita, Mario si dedicò curioso all’esplorazione di nuove esperienze.
Dapprima divenne Supervivo, e poté contemplare l’universo attraverso la Coscienza Totale della Visione Esterna.
Indagò Spazio, Numero e Sostanza finché ogni loro possibile combinazione gli sembrò banale.
Scavalcata dunque la cognizione di Dio riuscì a estendere la sua ricerca.
Congetturò a lungo sulla natura dell’Infinito Ulteriore, compose e sperimentò nuove costanti, scisse in modi inediti l’Unità Primordiale – emanandone espressioni sorprendenti – conobbe consimili e si accoppiò con essi generando multiversi.
Crebbe ancora in su, e si liberò di ogni appiglio nell’Esistente, irrise il concetto di Assoluto, poi quello di Oggetto, poi quello di Concetto.
Superato il discrimine del Sé fu stessa Contemplazione, giocò a forgiare Logiche Supercomplete, assorbì le Metamatematiche Prime dell’Iperunico.
Ancora salì, fino a discernere i Fondamenti del Nulla.
Quivi si riposò un poco.
Nuovamente avanti si spinse, scoprì il suo stesso avanzare attribuzione di un ciclo Omega-referenziale, forzò esso fino all’incausalità e trascese ancora.
Molto oltre è giunto Mario da allora, ma le mie parole non toccano lassù.
Nella foto: ci sono più cose
in cielo e in terra che in tutt’e due.
- Tratta da: P.INCERTO, C’era una volta che un giorno crollò, ASSUMMA, 2002, p.44. [↩]
mai mi diverto in cotanto modo come quando passo di qui
e fuori piove..
Non pensavo che il Nulla avesse fondamenti, tanto che Mario potesse discernerli.
Già, Kleis, chi l’avrebbe mai detto.
Ho appena realizzato che potrebbero esistere in luoghi a me sconosciuti e remoti dei libri da te scritti,ho ragione? Nel caso in cui io l’avessi,quali ardui sacrifici e rituali dovrei fare per entrarne in posesso?